Intanto devo chiudere gli occhi e iniziare a guardare con il cuore, non con la mente ché la mia mente fa degli arzigogoli che mi portano fuori strada, proprio con il cuore.
Cosi’ dovrei riuscire e vedere se le strade che ho davanti sono davvero due o se invece non riesco a sintonizzarmi con questa persona.
Se le strade sono due, solo il cuore puo’ capire se devo essere io a calmare le mie ansie o se si puo’ trovare la maniera perché questa persona viva felicemente se stessa.
Al momento le mie ansie molto mentali mi stanno offuscando l’intuito: è nebbia fitta.
Quanto è giusto pensare di far cambiare una persona perché ci sembra evidente, forse solo a noi, che la sua vita sarebbe più felice o quanto, forse, è più giusto starle al fianco e supportarla, consolarla magari, incoraggiarla, accettando che la sua vita possa anche essere un garbuglio di difficoltà, ma che è la sua vita e forse va bene cosi’?
Quanto il nostro istinto ha il diritto di entrare in profondità nella vita delle altre persone?
Quanto il nostro istinto è lucido e quanto invece è intrappolato nelle maglie dell’amore?
“Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare e la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare e la saggezza per distinguere la differenza tra le une e le altre.”
Thomas More
A volte il primo passo da fare è proprio capire la differenza tra una cosa ed un’altra, che non è né immediato né banale; il cammino in seguito puo’ essere accidentato, si puo’ aver bisogno di forza o di pazienza, ma senza quel discernimento iniziale, non c’è cammino, non c’è storia.
Saper capire, saper discernere, saper vedere: si crede si essere in grado di farlo, ma poi si gira un angolo nuovo e si scopre che quanto si era imparato magari con fatica, non basta più, va affinato.
Si costruisce continuamente su nuovi amori e su nuove domande in un movimento senza fine.