Agosto si srotola velocemente, la città è tranquilla anche se non è deserta e sembra il tempo ideale per la lettera
F
fabbro fabulazione faccia facilità famiglia
fantasia fantasma fante farfalla
faro
fase fata favola femminicidio
fenice fermare fesso festa fiacco fiamma fiducia
figura filosofia fiordaliso fiume
focaccia foglio folata folla
fonte foresta fornaio fortuna forza
fotografia
freccia frutteto fucina fulcro fumetto fuoco fuorviare furioso
futuro
La parola che scelgo oggi è una parola che anche stamane ho dovuto leggere sui quotidiani, una parola recente di antico significato, una parola di cui non dobbiamo abusare perché non diventi suono familiare senza sostanza: FEMMINICIDIO.
E voi, che parola scegliete oggi?
stamattina parlavo con una collega dell’ennesimo omicidio. Semplicisticamente, forse, abbiamo convenuto che questo è il prezzo che stiamo pagando per esserci ribellate agli stereotipi familiari e di coppia della donna sempre pronta a perdonare e a subire; una donna che non vuole più addosso le catene di un uomo che per secoli l’ha soggiogata, rischia la sua vita, come uno schiavo che si ribella a un padrone secolare, abituato e viziato e arrogante e violento.
Non so come andremo a finire, probabilmente ci vorranno secoli, prima che l’emancipazione femminile, quella vera, sia possibile. Per ora, piangiamo solo le nostre martiri.
F come Forza.
Sai, il paragone di schiavo e catene mi ha fatto pensare che questa situazione orrenda ha in sé il seme della tragedia pura, che ritorna sempre uguale a se stessa: gli schiavi neri, gli ebrei, gli zingari, gli armeni, i curdi. Gli omosessuali. Voglio dire, alla fine è la tragedia dell’umanità che difende se stessa e la propria debolezza attraverso l’odio e la colpa stereotipati verso gruppi altri. Questo male, la nostra storia ci mostra, non si estirpa. A presto.
Parola pesante e terribile, quella che hai scelto. E cito in toto Linda qua sopra.
Io scelgo la F di follia, oggi, ché il caldo del solleone a troppi fa male.
Sia la F di forza che la F di follia si attagliano alla F di femminicidio. Sai, ho scelto una parola pesante e terribile perché sono stanca di aprire le mie giornate leggendo i “motivi” degli assassini: ho la nausea. Non ci sono motivi. Come dicevo a Linda, mi sembra più una questione di dominio e di potere di alcuni gruppi su altri.
E poi, a pensarci, questa parola, con la radice femmin-, è anch’essa uno stereotipo: sono donne che vengono uccise, non femmine. A presto.
Io scelgo la “A” di aiuto: offro il mio aiuto, la mia cultura, le mie capacità, la mia forza, la mia violenza per fermare questa assurda carneficina di violenza verso le donne. E poi la “F” di fare, di far legiferare, di far rispettare le leggi, di far arrestare e far punire chiunque violi il diritto alla libertà di una donna, di un bambino, di un uomo, di un animale.
Sì, ci vuole Aiuto e ci vuole soprattutto per cambiare il sentire comune, la mentalità. 124 donne uccise in Italia nel 2012 e approssimativamente 66.000 nel mondo (dato di difficile aggregazione): è uno sterminio. Perché? Perché un uomo viene lasciato?
Le leggi sono un primo passo, fondamentale perché credo che forse capiamo meglio che non possiamo fare una cosa se alla fine c’è la galera; l’educazione capillare in ogni casa è un altro passo da fare, assolutamente, così come l’educazione alla civiltà nella scuola è cosa determinante.
Grazie per la tua lettera “A”, ci sta a pennello! A presto.
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