Gertrude non disse di no

“… la sindrome di Gertrude è quella che ha portato la Signora in questione, meglio nota come la monaca di Monza, a rispondere sì (ma l’arte sublime del Manzoni ha evitato perfino di esplicitarlo: <<La sventurata rispose>>, appunto) a uno che invece avrebbe fatto meglio a ignorare.”

“Ecco, io più o meno, funziono così: quando mi chiedono qualcosa, tendo a rispondere di sì.”

Questo è un estratto dalla prima pagina del libro La sindrome di Gertrude di Lella Costa con Andrea Càsoli ed. Rizzoli.

L’ho letto tempo fa, con piacere, perché Lella Costa mi piace, mi è sempre piaciuta e, in qualche modo, mi piacerà sempre qualsiasi cosa deciderà di fare.

Quando ho letto queste parole ho capito chi sono, ho interpretato metà della mia vita e un terzo delle mie disfatte: io ho la sindrome di Gertrude.

E’ un comportamento piuttosto diffuso, temo, molto femminile, temo, assolutamente destabilizzante, sono certa e, credo, incurabile: quando la voce di un qualsiasi mio interlocutore si piega ad onda per dare alla frase l’intonazione interrogativa, io sono già predisposta al .

Dev’essere stato un baco tipo il Millenium bug che ha  modificato permanentemente la parte di cerebro preposta all’autoconservazione: io l’ho sottosopra e recepisco gli stimoli al contrario.

Il mio prossimo, mediamente più scaltro di me, capisce al volo che sono afflitta da questa sindrome e la utilizza a proprio vantaggio: già i miei genitori, all’alba dei tempi, avevano capito che qualsiasi richiesta formulata con l’intonazione giusta, avrebbe portato acqua al loro mulino.

E così mi trovo spesso invischiata in impegni multipli, in sciocchezze noiosissime, in situazioni surreali, in commissioni non mie.

Sto facendo grandi sforzi per rammendare il buco del Gertrude’s bug, ma nonostante piccoli miglioramenti, sono ancora lontana da un comportamento accettabile: è un po’ come il raffreddore, lo si può arginare un po’, ma curarlo non si può.

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Quando una donna si sveglia, le montagne si muovono Proverbio cinese
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6 risposte a Gertrude non disse di no

  1. adrianmeis ha detto:

    😀 interessante… stavo pensando a cosa potevo chiederti…tanto la risposta la so già. 😀 Buona giornata.

  2. Maurizio Vagnozzi ha detto:

    Nel “Geltrude bug” posso infilare (1) due vasetti di conserva di pomodoro, (2) le marmellate che sono certa prepari artigianalmente, (3) una bella cassetta di verdura fresca dell’orto? Stanotte passo sopra l’Europa a 10mila metri, ma (4) domani in tarda mattinata potresti anche portare il tutto a Linate, così quando atterro li trovo ….

  3. ogginientedinuovo ha detto:

    Ho detto che sto migliorando: magari non te lo porto a Linate il pacco, te lo spedisco 🙂

  4. lullina76 ha detto:

    Conosco la storia…..dire di si e stramaledirsi nel momento esatto in cui lo diciamo….trovarsi quindi in difficoltà, ma ormai….abbiamo detto di si!Un’intera vita così! Ci sto lavorando….faccio a volte marcia indietro dopo aver detto comunque di si, ma non mi piace, non va bene …. ma che ci vuoi fare….magari ci si modificasse con tanta facilità!! 😦

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