Ieri mattina ero al bar vicino alla scuola primaria dove, dopo aver lasciato Il Cantastorie, a volte mi fermo a bere un caffé con altre mamme (colleghe? diciamo così).
Si stava ridendo, facendo le congratulazioni per un successo meritato e ad un tratto una di queste mamme ha detto che, presumibilmente a gennaio, il suo bimbo verrà sottoposto ad un trapianto. Non lo sa ancora nessuno, le parole le sono rotolate fuori dai denti stretti e da dentro un magone enorme, senza che lei avesse previsto di dirlo a qualcuno.
E sono stata avvolta da brividi freddi e insistenti, da una voglia irrefrenabile di piangere. E un’ansia profonda ha iniziato a salire e adesso niente è più com’era prima.
Mille pensieri, mille sfumature di sofferenza, mille preghiere, mille parole che forse è meglio restino nascoste.
E una sottile nausea per tutte le prove che la vita ci costringe a superare, per tutti gli ostacoli che a volte si moltiplicano, per la paura delle mamme e dei papà, per tutti i nostri calvari.
Io non ho mai desiderato di volare, mai sognato di farlo.
Ma ieri avrei voluto avere le ali; ieri avrei voluto volare, lontano. Volare per lasciar andare tutto il peso. Volare in alto, molto in alto, per urlare un’unica domanda: perché?
Purtroppo non ci sono risposte alla domanda “perchè la vita ci offre delle crudeli prove da superare”. Abbraccia la tua mamma-collega da parte mia: ho affrontato qualcosa di simile con mia figlia (anche se molto meno complesso) e so con quanta paura lo vivi ….
Grazie ❤
Dispiace. La vita a volte è crudele.
Non so se c’è un perchè.
Luna
La verità vera è che un perché non c’è. Credo. Ciao.