Intanto, per cominciare, immaginate
proprio qui
l’immagine di una bellissima lettera I miniata, nei toni dell’oro e del marron bruciato, immagine che non c’è stato verso che io riuscissi a caricare.
E poi imagine there’s no countries / it isn’t hard to do / nothing to kill or die for / and no religion too / imagine all the people / living life in peace, e non l’ho mica sognato, me l’ha detto John Lennon…
Immaginate che non ci sia più bisogno del Ministero delle Pari Opportunità, né di leggi sul femminicidio. Immaginate un mondo di donne e uomini, diversi tra loro, che amano chi vogliono, sposano chi vogliono. Immaginate che non si senta più dire che qualcuno è impazzito d’amore e ha ucciso qualcun altro.
Chiudete gli occhi e immaginate alberi e prati e montagne e vallate, un sole brillante e un’aria tersa, pulita, l’ozono senza buchi, i fiumi senza macchie, i pesci senza veleni e i polli dal pollivendolo grandi come polli e non come pulcini dopati.
E poi si sa che l’immaginazione è il primo fonte della felicità umana. Quanto più questa regnerà nell’uomo, tanto più l’uomo sarà felice, come diceva Giacomo Leopardi.
E immagino di scoprire il perché della vita, di scrivere il romanzo più letto di tutti i tempi, di svegliarmi con la voce di Amy Winehouse e sconvolgere la canzone mondiale. Immagino di sedermi davanti ad un cavalletto con su una tela, davanti ad un’enorme finestra da cui si vede il mare, quello di Gita al faro, e di perdermi nei colori per ore.
Se tutti quanti ci ritroviamo con l’immaginazione atrofizzata, nessuno costituirà mai una minaccia per il mondo, secondo Palahniuk, ma anche secondo me.
E soprattutto immagino di avere una folta barba bianca e un volto difficile da capire, immagino di aver detto: “Alcuni uomini vedono le cose per come sono e chiedono: “Perché?” Io oso sognare cose che non sono mai state e dico: “Perché no?”, anche se so che di G.B. Shaw ce n’è stato uno e uno solo.
I come immaginare per il mio gioco con l’alfabeto