Ogni anno, un po’ prima di Natale, i miei cognati organizzano un Christmas Party in quasi perfetto stile inglese: il quasi sta per il fatto che i 3/4 degli invitati sono italiani e gli italiani si portano la loro italianità ovunque, anche alle feste inglesi.
I miei cognati sono una coppia mista: lui è il fratello di Tuttobene e lei è Mayflower, British D.O.C. e I.G.P., molto attenta a mantenere le tradizioni britanniche: alla vigilia di Natale ci cucina il tacchino ripieno al forno con Yorkshire pudding, brad sauce, cranberry sauce, cavolini di Bruxelles, pastinaca (che si fa mandare espressamente dall’Inghilterra) e patate arrosto.
A me questo pranzo piace molto; ai parenti italiani, anzi direi regionali, anzi direi provinciali, anzi no ancor meglio molto legati alla città d’origine, se non al quartiere di provenienza, ebbene, questo pranzo lascia molto perplessi: marmellata con la carne? e da quando? roba da inglesi! cavolini di Bruxelles a Natale? bah!
Beh, comunque, un’altra tradizione che a lei piace mantenere è la festa natalizia a cui si invitano tutti gli amici. Luci basse, tante candele, caminetto acceso, musica e tutti in piedi a chiacchierare in piccoli crocchi che, in Inghilterra, si compongono e scompongono in continuazione dando modo a tutti di conoscere tutti, mentre in Italia si compongono e, di solito, si cementano fino alla fine della serata…
La prima volta che Mayflower organizzò la festa mi chiese di aiutarla a far circolare la gente, a impedire che gli italiani si abbarbicassero alle sedie e alle facce già conosciute: fu una fatica erculea e, soprattutto, inane. Dopo dieci anni la padrona di casa ci ha rinunciato: è un party inglese molto italiano.
Il menu è invece rimasto tradizionale: mulled wine, Stilton, mince pies con brandy butter e altri dolcetti e salatini di cui non ricordo i nomi, molto buoni. Il clou della serata consiste nel taglio della Christmas Cake.
A questa torta che, come dice il nome, andrebbe servita il giorno di Natale, in realtà viene tirato il collo alla festa perché quando Mayflower ha provato a offrirla al parentame, ha sentito una sorta di scossa elettrica, come una raffica di insulti telepatici, una corrente sotteranea di disgusto e di orrore. Non ci ha riprovato una seconda volta.
Alla festa invece, con le luci basse, gli italiani riescono ad abbandonare le fette intonse dietro i soprammobili senza essere visti, mentre gli inglesi presenti se la gustano alla grande.
Io non so esattamente quali siano tutti gli ingredienti di questo monumento alla cucina, e sinceramente non sono sicura di volerli sapere. Quello che so è che viene preparata in Ottobre e affogata nel brandy per conservarla fino a Dicembre, quando, pochi giorni prima di essere servita, viene ricoperta di glassa.
Insomma ieri sera eravamo là, con il mulled wine in una mano, i mince pies nell’altra, a chiacchierare amabilmente del più e del meno, stando ben attenti a evitare di intercettare la Christmas Cake che, come disse un’amica tagliente al punto giusto, “forse a ottobre era una torta!”…
Sarà perché ho dei parenti british D.O.C. anche io, ma questo post mi ha fatto rotolare 🙂
Anche tu allora passi le feste a nascondere le fette intonse di Christmas Cake là dove verranno trovate solo a Pasqua?! Grazie per essere qui! 🙂
Credo che cosa più terribile che la cugina inglese mi abbia proposto sia stato il baccalà arrivato in tavola direttamente dalla salamoia 🙂
Se io arrivo in stile Bridget Jones (e la mi fate trovare il mio signor Darcy..), mi posso imbucare?
Se ci fosse un Darcy, o meglio un Colin Firth, nessuna si lamenterebbe della torta…
Però l’ho prenotato prima io!
Sandra, mia cognata non ha mai osato 😉 ma mai dire mai!
Ok Vetrocolato: se salta fuori un Colin Firth, te lo tengo da parte. Forse 😉