Ci sono periodi delle nostre vite in cui urla la nostalgia per quello che le nostre vite erano e non saranno più. Una nostalgia della mente.
La mente che sa che le nostre vite si sono fuse e ricomposte in uno stampo diverso, che sono nuove. E la mente ha nostalgia per le vite com’erano, la mente si aggrappa a quella nostalgia.
Ma.
Ma il corpo è, non sa.
Il corpo è vite nuove, fuse e rimodellate. La sua metafisica gli concede di essere al di là del sapere e non prova nostalgia. Perché il corpo è in sé e le vite passate erano solo una parte e non è detto che fossero la parte migliore, da cristallizzare per sempre.
Ci sono parentesi, c’è la mente e c’è il corpo: basta seguire il sentiero.
Il mio Maestro di Tai chi lo ripete in continuazione: non cercare di capire con la mente, ma lasciare che il corpo riprenda possesso di sé e trovi la sua strada, naturale.
Le nostre vite che erano non saranno più, e va bene così.
It is the resistance to change that is difficult or painful
(Julia Cameron)
Il maestro ha ragione in pieno. Ascoltiamo di più il nostro corpo, egli parla per noi e lui non mente. Buona mattinata, fabiana.
E’ vero. Ma per noi occidentali non è immediato: noi siamo abituati a far passare ogni cosa per la mente… Mettermi in ascolto, questo devo imparare. Buona giornata a te!
bello. cercherò di tenerlo a mente (!) per i momenti acuti di nostalgia 🙂
L’ho scritto qui, così lo potrò rileggere quando la mente prenderà, ancora, il sopravvento 😉
Magari fosse così semplice per una che si guarda sempre indietro come me che cerco di assaporare ancora quelle sensazioni di un tempo….. 😦
Non è semplice per niente… ma possiamo provare a seguire i consigli del Maestro di Tai chi 😉