Sabato pomeriggio

Le previsioni davano pioggia, ma c’era un bel sole caldo; Tuttobene ha preparato una torta; il pomeriggio però aveva l’aria di essere ancora lungo.

Allora, abbiamo deciso di andare verso le colline a passeggiare in un boschetto popolato di caprioli.

Abbiamo parcheggiato davanti ad un agriturismo in fondo alla strada sterrata e abbiamo proseguito a piedi lungo una specie di tratturo: campi verdissimi che muovevano l’erba al ritmo del vento leggero, ranuncoli, margherite e pratoline, soffioni che diventavano d’argento attraversati dal sole di metà pomeriggio.

fiori1A sinistra una vigna nuova, giovane, a destra, oltre i prati, il boschetto.

Zona militare – vietato l’accesso, dicevano i cartelli sulla recinzione, ma sapevamo che le persone vanno a passeggiare… i caprioli escono a esplorare i dintorni…

Abbiamo continuato lungo il tratturo seguiti dal cane dell’agriturismo che aveva deciso di accompagnarci, ma non abbiamo trovato la via per entrare nel boschetto.

Un ramarro su un muretto, verde più dei prati, con la testa azzurra, immobile al sole, ignorato da tutto, anche dal cane.

fiori2Abbiamo ripreso poi il tratturo al contrario, la vigna a destra, il boschetto oltre i prati a sinistra, il sole negli occhi, il cane al fianco. Poi il cane è sparito nell’erba alta, inseguendo chissà che.

E’ tornato verso di noi con in bocca qualcosa: un serpentello, no, un ramo; un ramo strano, contorto… ma quando ci ha superati trotterellando abbiamo capito che era la zampa di un capriolo…

La stava portando a casa, al suo padrone.

Raggiunto l’agriturismo, abbiamo incontrato il vecchio contadino trasformato in trattore: – E’ morto da non molto, chissà forse gli hanno sparato o forse è stato attaccato dai lupi…

– Sì, il bosco, 200 ettari, no, non è più dell’esercito, adesso è del comune, ma è abbandonato, pieno di cinghiali e caprioli. Avete fatto bene a non entrare: se foste incappati in una mamma cinghiale con i suoi piccoli… beh, è pericoloso…

100_4794Caprioli, lupi, cinghiali…

Niente merenda: la moglie del contadino-trattore aveva la febbre; dritti a casa in tempo per sentire il vento levarsi.

Il sole ha cominciato a combattere con nuvole nere che il vento sempre più rumoroso ammassava in forme mobilissime e inafferrabili.

Il vento e le nuvole, velocemente, hanno cacciato il sole; il vento è montato soffiando forte, con una voce cavernosa, bassa e minacciosa; le nuvole gonfie e scure si sono preparate.

E noi abbiamo chiuso fuori tutto, i rumori, il vento, le nuvole, il freddo. Abbiamo chiuso le finestre, messo il catenaccio alla porta e abbiamo iniziato la sera del sabato al sicuro, allegri, con i fiori ancora negli occhi.

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Quando una donna si sveglia, le montagne si muovono Proverbio cinese
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9 risposte a Sabato pomeriggio

  1. vagoneidiota ha detto:

    Una storia delicata, semplice, così come una favola.
    Cross my mind – jill scott

  2. Ma Bohème ha detto:

    Che bello! E non aggiungo altro perché mi sono rimaste immagini e parole nella mente.
    Una splendida giornata carissima! 🙂
    Primula

  3. silvia ha detto:

    che bella passeggiata!
    Tanti anni fa, prima del crollo dell’urss per intenderci, per errore io e mio marito entrammo in auto in una zona off limits – una bellissima strada sterrata al confine tra austria e cecoslovacchia- … ad un certo punto ci trovammo dinanzi a una torretta, dalla quale un militare ci attendeva puntandoci contro un’arma.

    • ogginientedinuovo ha detto:

      🙂
      Inconvenientei da guerra fredda!
      Per fortuna qui nel 2015 è difficile trovarsi di fronte mitra spianati!
      E’ che spesso le aree militari erano aree naturalisticamente e/o storicamente notevoli; ora i Comuni stanno cercando di ottenere quelle abbandonate, ma non è facilissimo…
      Grazie per essere qui!

  4. renza ha detto:

    Sono splendide foto .
    E’ campagna emiliana? Il paesaggio mi e’ famigliare.
    Saluti e buona serata.
    Renza

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