C’è un luogo antico a pochi chilometri dalla città, un luogo di pace e di profumi, abitato da ritmi lenti e facce vere, un luogo in cui una laurea si sporca le mani con la terra e dà vita ad un sogno.
E’ un frutteto.
E’ un’attività commerciale, a cui ha dato vita un agronomo che ha voluto ridare un senso alle cose, che ha voluto sfruttare i suoi saperi per ciò che ha studiato e amato.
Non è un frutteto biologico, ma è un frutteto rispettoso degli alberi, dei frutti, della salute delle persone oltreché dell’esigenza del proprietario di guadagnare dalla sua attività: l’impiego di antiparassitari è ridotto al minimo (giusto per non perdere il raccolto) e i trattamenti pre-raccolta sono stati eliminati, la frutta matura naturalmente sugli alberi e la coltivazione non è intensiva.
Quando si arriva, all’ingresso si prende un cesto oppure un delizioso carrettino a mano e si viene informati su quali frutti sono pronti in quel momento; poi ci si avvia a cogliere la frutta con le proprie mani, previo assaggio, consentito, direttamente dagli alberi. Alla fine, si torna all’ingresso, si pesa quanto colto, si paga (poco) e, se si è fortunati, si trova anche qualche marmellata, qualche composta o qualche succo lavorati dai frutti maturi che non potevano più aspettare i clienti sugli alberi.
In agosto si trovano:
– Albicocche tardive;
– Saturnine della serie UFO;
– Percoche per consumo e trasformazione;
– Pesche noci (Amiga, Orion, Stark Red Gold);
– Pesche bianche (Michelini, Duchessa d`Este);
– Susine (Regina Claudia, Fortune, Stanley, Black Diamond);
– Uve da tavola senza semi nere, rosate, bianche;
– More senza spine, Nocciole, Mandorle, Prugnoli.
La prossima spedizione dovrebbe fruttarci i prugnoli in modo che Tuttobene produca il mio liquore preferito!
F come frutteto per il mio gioco con l’alfabeto
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